Approdo al Counseling
Counseling. Una parola ultimamente più pronunciata, in Italia, anche se non da molto tempo e forse ancora un po’ sfuggente.
In effetti, il mondo del counseling è piuttosto vasto, per i tanti ambiti di applicazione − privato, sociale, scolastico, sanitario, aziendale −, i numerosi orientamenti teorici, le personalissime modalità che ogni counselor può offrire nel prestare il proprio aiuto.
Quando ho sentita pronunciare per la prima volta, oltre dieci anni fa, mi trovavo in Gran Bretagna per lavoro.
L’ho appresa per caso, da una persona che si era rivolta a un counselor per attraversare un momento particolarmente complicato. Mi spiegò che non si trattava di uno psicologo, che la sua non era una terapia. Il counselor non la analizzava: le offriva accoglienza, ascolto e sostegno nell’intravedere come apportare un cambiamento nella sua vita, come ritrovarsi e stare meglio.
Mi colpì molto. Prima o poi, lo sapevo, sarebbe venuto il giusto tempo, per me, di esplorare quella pratica.
L’interesse è rimasto vivo nel tempo e, dopo quasi dieci anni, quel giusto tempo è arrivato.
Io, che venivo dal mondo del teatro, ho deciso di iniziare la scuola triennale in counseling.
Il teatro mi ha insegnato ad ascoltare l’altro.
La formazione in counseling ad accompagnarlo e sostenerlo verso un ritrovato benessere.
Ecco. Ora sono qui.
Anche per te, se cerchi aiuto.