Comunicazione ecologica. O la lezione di Liss
…o, meglio, una delle lezioni che Jerome Liss, padre della biosistemica, ha saputo offrire.
Possiamo considerare la comunicazione ecologica uno dei cardini di una buona relazione con l’altro.
Quante volte capita di sentirci insoddisfatti di come riusciamo, o addirittura non riusciamo, a parlare con una certa persona, o in particolari situazioni?
Possiamo sentirci fraintesi, frustrati, oppure non riusciamo a evitare che il dialogo sfoci in una discussione, anche accesa…
Basata sull’ascolto positivo, la comunicazione ecologica può essere un valido aiuto.
È una prassi applicabile a qualsiasi occasione e atto comunicativo, dalla dinamica a due a quella di gruppo, come pure nei contesti più disparati, da quello familiare a quelli amicale, scolastico, aziendale, solo per ricordarne alcuni. Riguarda tanto la dimensione verbale quanto quella non verbale e non è altro che «l’applicazione dei principi ecologici alle relazioni umane», per usare le parole dello stesso Liss.
La comunicazione ecologica è dunque una prassi di per sé naturale, ovvero fisiologicamente rispettosa, nonché fortemente auspicabile, dal momento che «come nella natura, così tra gli esseri umani c’è un equilibrio di bisogni individuali e crescita della totalità».
Una prassi, anche, facile da apprendere ed applicare, dal carattere ‘benevolmente contagioso’, basata sul rispetto e sull’ascolto reciproco degli interlocutori. Ed è proprio questo suo carattere autorigenerante a farne portatrice dei semi di una possibile rivoluzione relazionale, in senso evolutivo, sul medio-lungo periodo e capace di ricadute ampie e profonde.
Già nei principi base è facile riconoscere la matrice nonviolenta della visione di Liss e della sua proposta:
- empowerment del singolo, ovvero il favorirne le potenzialità
- rispetto della diversità, che si traduce nell’accoglienza scevra da giudizio
- azione per il contesto, ovvero nel perseguire un obiettivo comune (progetto del gruppo), che determina e si riflette nella coesione globale nel gruppo
La comunicazione ecologica è alla portata di tutti.
Con facilità possiamo provare ad applicarne prospettiva e modalità in qualsiasi momento. Iniziamo prima a prestare più attenzione a come noi ci relazioniamo a chi ci sta di fronte e a capire se e quando tendiamo a cadere nelle tante trappole della comunicazione, ovvero quelle modalità di cui magari non ci accorgiamo neppure, ma che sono capaci di generare nell’altro reazioni ostili o di alimentare pericolose spirali di anticomunicazione.
Via via impareremo a scegliere di evitare, o almeno a misurare, la monopolizzazione, il sarcasmo, il dogmatismo, il giudizio, l’insulto, preferendo invece la positività, il consiglio costruttivo, l’ascolto positivo.
In principio, magari, applicheremo queste modalità a un ambito circoscritto, e forse farlo ci richiederà attenzione, ma immediatamente potremo constatare il miglioramento della qualità della nostra comunicazione e relazione con chi ci sta intorno. E il resto verrà da sé.
Grandi cambiamenti, a piccoli passi. Partendo da noi.
Se ti vuoi approfondire, un libro molto snello ed efficace è certamente J. Liss, La comunicazione ecologica, La Meridiana, Molfetta – BA – 1992…buona lettura!